I protestanti e la Madonna


Si sa che i protestanti rifiutano la devozione alla Madonna. D’altronde dietro ogni eresia vi è il diavolo ed è fin troppo logico che il diavolo voglia far fuori la sua Grande Nemica, che è appunto la Vergine Maria. Non a caso tra i tanti appellativi del’Immacolata vi è quello di Debellatrice di tutte le eresie.
Eppure è strano: Martin Lutero e i suoi seguaci hanno sempre sostenuto che la Bibbia sia l’unica fonte della Rivelazione (è il famoso Sola Scriptura), ma, riguardo alla Vergine Maria, negano proprio la chiarezza e l’autorità della Bibbia. Nel Vangelo di Luca l’Angelo chiama la Madonna "piena di grazia" ed Ella, poi, dinanzi ad Elisabetta canta di se stessa: "tutte le generazioni mi chiameranno beata".
Ebbene, basterebbero già queste due espressioni per capire la grandezza della Madonna e l’enorme errore dei protestanti.
Un vecchio libro, La Madonna nella storia delle conversioni di Vittorino Capànaga, racconta un fatto realmente accaduto che mi piace far conoscere ai lettori del Settimanale di Padre Pio, anche perché i fatti possono essere molto più apologetici di tanti argomenti.

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In un congresso cattolico svoltosi nella città di Lille, un sacerdote inglese narrò questa storia: Lontano da questa città viveva una famiglia protestante composta da molti figli, uno dei quali (aveva sei anni) sentì un giorno recitare da alcuni cattolici la bellissima preghiera dell’Ave Maria, che risuonò alle sue orecchie come una dolce melodia.
Tornato a casa, il fanciullo, con il candore e la semplicità propria della sua età, recitò ad alta voce, perché la madre lo sentisse, la bellissima preghiera dei cattolici.
Ma la madre lo sgridò: "Non ripetere mai più in vita tua queste parole! Sono parole superstiziose dei cattolici, che fanno di Maria una divinità. Maria è una semplice creatura, una donna come un’altra qualsiasi, e niente di più!".
Il fanciullo tacque. Ma gli restava il piacere di avere sentito per la prima volta l’Ave Maria. Al solo ricordo di questa preghiera, sentiva la sua anima inondata di gioia.
Cresciuto negli anni, leggendo da sé i Vangeli, lo colpì il passo di San Luca: "E l’Angelo disse a Maria: Ave, piena di grazia, il Signore è con te." Saltando di gioia il ragazzo corre dalla mamma col Vangelo aperto tra le mani, e le dice: "Mamma, leggi qui quello che è scritto nella Bibbia: ‘Ave, piena di grazia.’ Perciò, perché dici che è superstizione pronunziare queste parole?"
La madre, arrabbiandosi, gli strappa il libro tra le mani e gli proibisce severamente di tornare a ripetere la frase. Il ragazzo però rimase assai contento di aver recitato un’altra volta l’Ave Maria. Obbedì all’ordine severo della madre, ma non dimenticò mai più la bella preghiera. La recitava da solo con immensa gioia.
Il fanciullo crebbe ancora negli anni e nell’intelligenza. A tredici anni poté capire da solo il passo evangelico e proporsi questo argomento convincente: "O è falso il Vangelo o lo è il protestantesimo. I protestanti lo tengono come una regola di fede. E allora come possono negare che la Vergine è la più eccellente delle creature e qualcosa di più di una semplice donna, quando lo Vangelo lo attesta tanto chiaramente?".
Aiutato dalla Grazia, si sentiva irresistibilmente portato a credere quello che insegnava il Vangelo. Continuando a leggere il testo sacro, trovò le altre non meno sublimi parole del Magnificat: "Tutte le generazioni mi chiameranno beata!". Questo passo fece brillare nella sua anima la luce definitiva. La grazia e la fede lo guidarono fin d’allora, persuadendolo fermamente della dignità di Maria.
Un giorno, in casa, la conversazione
ricadde sul tema protestante che Maria sarebbe una donna come le altre. Allora il figlio, non potendo contenere più la sua indignazione nel sentire simili espressioni, si alzò in piedi e con voce e accento vibranti, protestò così: "No, non è vero! La Santissima Vergine è più che una semplice creatura. L’Angelo, mandato da Dio, La saluta ‘piena di grazia’. E’ la Madre di Gesù, è Madre di Dio. Ma notate la vostra contraddizione. Dite che la Bibbia è l’unico fondamento della fede: se è così perché non le date credito quando dice che tutte le generazioni La chiameranno beata?".
"Che vedo, che sento! -Gridò inferocita la madre- mio figlio finirà per farsi cattolico!".
E lo era già senza dubbio, in cuor suo, ma dovette lottare strenuamente contro tutti i suoi familiari. Studiava e si confermava sempre più nella fede, e in ultimo, quando raggiunse la maggiore età, ricevette il Battesimo.
Il ragazzo, ormai in possesso della verità cattolica, sostenne le più dure prove da parte di coloro che, dopo Dio, egli amava con maggiore affetto.
Intanto un fratello cadde gravemente ammalato. In breve si ridusse in fin di vita. Tutti i rimedi della scienza e le premure di coloro che l’amavano parevano insufficienti a scongiurare la morte. Ma Dio ispirò al nostro bravo giovane una felice idea.
"Mamma" –le disse- "Dio è onnipotente, e può, se vuole, ridarci il caro malato, che noi stiamo per perdere. Recitate assieme a me l’Ave Maria, e promettetemi, se il malato riacquisterà la salute, di studiare attentamente la religione cattolica e, se la troverete l’unica vera, giuratemi d’abbracciarla".
Si può immaginare come fosse accolta tale proposta! La mamma ruggì e fremette come una belva. In preda alla disperazione urlava come una fiera ferita. Intanto il moribondo stava per esalare l’ultimo respiro.
Poco dopo la donna si calmò alquanto e cominciò a pensare tra sé: "Può darsi che si salvi!".
Vinta dall’amore materno, piegò il capo dinanzi alla necessità del momento e, inginocchiatasi, recitò, assieme al figlio, l’Ave Maria.
Il giorno dopo il malato entrava in convalescenza. L’intercessione di Maria l’aveva salvato! Colei che prima bestemmiava dovette riconoscere la potente intercessione della Vergine SS.ma e, come aveva promesso, dopo uno studio serio, abbracciò con tutti i figli la Religione cattolica.
Questo ragazzo –concluse il conferenziere, che era stato ascoltato da tutti con commossa attenzione- questo ragazzo devoto di Maria, è oggi sacerdote, e questo sacerdote, o signori, è colui che ha l’onore di rivolgervi la parola.
CORRADO GNERRE

Oggi 7 Luglio - inizia la novena alla Madonna del Carmine


Fior del Carmelo,

o vite in fiore,

splendore del cielo,

Tu solamente sei Vergine e Madre.


Madre dolcissima,

sempre illibata;

ai tuoi devoti dà protezione,

Stella del Mare.
"Quando le nostre mani hanno sfiorato delle piante aromatiche, esse profumano tutto ciò che toccano; facciamo quindi passare le nostre preghiere per le mani della Santa Vergine ed Ella le renderà profumate." di S. Giovanni M. Vianney - Curato d'Ars

PREGHIERA PER L’ANNO SACERDOTALE

Signore Gesù, che in san Giovanni Maria Vianney hai voluto donare alla Chiesa una toccante immagine della tua carità pastorale, fa' che, in sua compagnia e sorretti dal suo esempio, viviamo in pienezza quest'Anno Sacerdotale. Fa' che, sostando come lui davanti all'Eucaristia, possiamo imparareq uanto sia semplice e quotidiana la tua parola che ci ammaestra; tenero l'amore con cui accogli i peccatori pentiti; consolante l'abbandono confidente alla tua Madre Immacolata. Fa', o Signore Gesù, che, per intercessione del Santo Curato d'Ars, le famiglie cristiane divengano «piccole chiese», in cui tutte le vocazionie tutti i carismi, donati dal tuo Santo Spirito, possano essere accolti e valorizzati. Concedici, Signore Gesù, di poter ripetere con lo stesso ardore del Santo Curato le parole con cui egli soleva rivolgersi a Te:
« Ti amo, o mio Dio, e il mio solo desiderio è di amarti fino all'ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. Ti amo, Signore, e l'unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dirti ad ogni istante che ti amo,voglio che il mio cuore te lo ripeta tante volte quante volte respiro. Ti amo, o mio Divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con Te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo». Amen.

DOMANI PRIMO GIOVEDI' DEL MESE GIORNO DI PREGHIERA PER I SACERDOTI

“Un buon pastore, secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che Dio possa accordare ad una parrocchia, è uno dei doni più preziosi della misericordia divina” (San Giovanni M. Vianney)


A TUTTI I FEDELI VERAMENTE PENTITI

è concessa

INDULGENZA PLENARIA:


QUANDO?

• 19 Giugno 2009 (giorno in cui si apre l’Anno Sacerdotale)

• 04 Agosto 2009 (giorno del 150° anniversario del transito al Cielo di San Giovanni M. Vianney)

• Nel Primo Giovedì di ogni mese

• 19 Giugno 2010 (giorno in cui si chiude l’Anno Sacerdotale)


A QUALI CONDIZIONI?

• Essere veramente pentiti ed avere espiato i propri peccati con il Sacramento della Penitenza;

• Assistere devotamente al divino sacrificio della Messa, in chiesa o in oratorio;

• Offrire preghiere e qualsiasi buona azione compiuta quel giorno a Gesù Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, per i sacerdoti della Chiesa “affinché li santifichi e li plasmi secondo il Suo Cuore”;

• Innalzare preghiere secondo l’intenzione del Sommo Pontefice (Padre nostro, Ave Maria, Gloria). Agli anziani, ai malati e a tutti quelli che per legittimi motivi non possano uscire di casa nei giorni sopra indicati. A quali condizioni?

• Avere l’animo distaccato da qualsiasi peccato;• Avere l’intenzione di adempiere, non appena possibile (anche dove l’impedimento li trattiene), le tre condizioni solite (ricevere il Sacramento della Penitenza; Assistere devotamente alla Messa; Recitare preghiere secondo l’intenzione del Sommo Pontefice);• Recitare preghiere “per la santificazione dei sacerdoti”;

• Offrire con fiducia a Dio per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli, le malattie e i disagi della loro vita.


INDULGENZA PARZIALE: OGNI VOLTA in cui i fedeli reciteranno devotamente cinque Padre nostro, Ave Maria e Gloria (o altra preghiera appositamente approvata) in onore del Sacratissimo Cuore di Gesù, con l’intenzione di ottenere che “i sacerdoti si conservino in purezza e santità di vita”.

Video

Caprarola, 2 Giugno 2009

Qui potete scaricare il video che ho preparato per voi.

Mi raccomando: per il prossimo anno impariamo almeno la canzone Evviva la Grande per rendere un migliore omaggio alla nostra Mamma Celeste

SOLENNITA’ DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESU’


Dal cuore di Gesù uscirono sangue e acqua: dobbiamo dunque andare a lui; se abbiamo sete. <>, dice il Vangelo di Giovanni (7, 37-38). Questa parola si è corn­piuta simbolicamente dopo la morte di Gesù, quando dal suo costato trafitto uscirono sangue e acqua.
Che cosa significa quest'acqua che sgorga dal cuore di Cristo?
I Padri della Chiesa vi hanno visto molti significa­ti simbolici. Se ci basiamo sul Vangelo di Giovanni, che è la cosa più giusta da fare per capire il senso dei simboli usati nel Vangelo stesso, ci accorgiamo che l'acqua designa lo Spirito. San Giovanni lo dice letteralmente nel versetto del c. 7 che segue quelli ap­pena riportati: <> (7, 39). Il san­gue e l'acqua che escono dal cuore di Cristo significa­no che il sacrificio di Gesù ci dona lo Spirito di Dio, lo Spirito di verità, lo Spirito d'amore. Il sangue esprime il sacrificio di Gesù, che ha versato il suo sangue, che ha accettato di morire per noi; l'acqua, uscita con il sangue in modo inaspettato, fu anch'essa per Giovan­ni un <> di Dio. Non è un miracolo che insieme al sangue sia uscita anche l'acqua: i medici hanno delle spiegazioni per questo fenomeno; ma per Giovanni l'acqua esprime la fecondità spirituale del sangue di Cristo, esprime appunto lo Spirito che ci viene dato.
D'altra parte nella Bibbia lo spirito e il cuore sono intimamente legati: il cuore indica l'interiorità dell'uo­mo e nell'interno dell'uomo parte e viene <>, cioe il soffio, il respiro, che è considerato come entran­te nel cuore e proveniente dal cuore. Per questo san Paolo dice che lo Spirito Santo è stato diffuso nei no­stri cuori e che vi ha portato l'amore di Dio.
Dunque che lo Spirito venga dal cuore di Gesù e che questa origine sia simboleggiata dall'acqua che sgorga dal cuore di Cristo è un simbolismo perfetta- mente biblico, comprensibilissimo da chi ha familiarità con la Bibbia.
E nello stesso tempo i Padri della Chiesa vedono quest'acqua e in questo sangue i simboli dei sacramenti della Chiesa. In realtà il Battesimo e l'Eucaristia sono uniti allo stesso modo. Nel Battesimo il segno utilizzato è l'acqua, ma è chiaro che il Battesimo ha efficacia soltanto grazie al sangue di Gesù. Per questo l'Apoca­lisse dice che noi abbiamo lavato le nostre vesti nel sangue dell'Agnello. Dunque nel Battesimo c'è il san­gue e l'acqua: l'acqua è ciò che è visibile, il sangue da valore a quest'acqua. Nell'Eucaristia avviene il con­trario: è il sangue che ci viene dato da bere, ma questo sangue ci dona l'acqua dello Spirito, cioè la vita nella Spirito, che Cristo ci ha promesso e ci ha donato con il suo sacrificio.
Noi abbiamo sete, non è vero? Nella vita c'è sempre un grande desiderio di realizzazione piena, di felicità, di amore. Abbiamo sete, e sappiamo che il ristoro alla nostra sete viene unicamente dal sangue di Cristo: «Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me>>. Al­lora l'acqua che viene dal Cristo diventa in noi una sorgente che zampilla per la vita eterna, come Gesù disse alla Samaritana (cfr Gv 4, 14).
Diciamo a Gesù la nostra sete e chiediamogli con fiducia di saziarla con il suo Spirito che rinnova ogni cosa, che mette in noi la vita divina, che ci stabilisce nella sua pace.

Gesù, quando ti vedo dalla Madre sorretto le braccia sue lasciar

ed i tuoi passi di pargoletto su la terra segnar

A Te vorrei d'avanti una rosa sfogliare fresca e da bei color

onde il tuo picciol piede potesse riposare su i petali d'un fior.

Presenza di Cristo nell'Eucaristia


Non bisogna dare per scontata la fede nella reale presenza di Cristo nell'Eucaristia. Lo ha detto il Papa ieri sera nellomelia della Messa nella solennità del Corpo e Sangue del Signore, sul sagrato della basilica di san Giovanni in Laterano.

(INSERTO PAPA) Oggi cè il rischio di una secolarizzazione strisciante anche allinterno della Chiesa, che può tradursi in un culto eucaristico formale e vuoto, in celebrazioni prive di quella partecipazione del cuore che si esprime in venerazione e rispetto per la liturgia. E sempre forte la tentazione di ridurre la preghiera a momenti superficiali e frettolosi, lasciandoci sopraffare dalle attività e dalle preoccupazioni terrene.